Onore delle armi a chi ancora insegue una sanguinosa e crudele utopia

Sono da sempre e sempre sarò visceralmente anticomunista. La mia adolescenza (avevo 13 anni nel 68) è stata indelebilmente turbata dall'attivismo politico di quegli anni (sono stato inseguito per tre fermate della 90 a Milano da un plotone di truppe antisommossa, all'uscita del concerto dei Rolling Stones solo perché attraversavo il piazzale antistante il Palalido dov'era avvenuto il concerto, mi sono sentito sfiorare dalle pallottole mentre passavo ignaro davanti alla mia parrocchia durante la cattura di Curcio, le BR hanno assassinato sotto casa un mio compagno delle superiori che ho poi scoperto essere stato il primo pentito delle Brigate Rosse, eccetera) senza parlare degli oltre cento milioni di morti causati dal comunismo secondo questo celebre libro.
Ciò nonostante, l'altro venerdì passeggiavo per Chiavari, era giorno di mercato, e al centro del carruggio ho trovato un ragazzo con tanto di cravatta, nonostante il caldo, che vendeva Lotta comunista.
Orbene, per chi non lo sapesse Lotta Comunista è  un movimento rivoluzionario internazionalista extraparlamentare di sinistra fondato da Arrigo Cervetto e Lorenzo Parodi nel 1965 e ispirato alla teoria e alla prassi di Marx, Engels e Lenin.
Nel 1969 io frequentavo l'istituto tecnico G. Giorgi di Milano e passammo i primi due anni scolastici in una occupazione quasi permanente.
Il gruppo politico più numeroso era quello di Lotta continua mentre Lotta comunista aveva un solo rappresentate che prendeva la parola solo soletto con tono stentoreo, quasi da libro stampato e usava chiudere il suo intervento con uno slogan.
Un giorno stanco e confuso dal clamore che lo circondava, concluse il suo intervento con la storica papera
"Figli gratis ai libri di operai!".
Naturalmente non gliela facemmo passare liscia e cominciammo a chiamarlo figli gratis.
Intenerito da questo ricordo e dall'assoluta solitudine dello strillone rosso incravattato gli ho comprato una copia dichiarando però il mio radicato anticomunismo.
Gli ho anche detto che aveva coraggio a parlare di un'utopia morta e defunta, ma lui mi ha riposto di stare a guardare perché questo era solo l'inizio.

Onore delle armi ai compagni!