A breve su Amazon il mio nuovo libro: SLOW AUTOMATION

SLOW AUTOMATION, è un pamphlet provocatorio scritto per scatenare un dibattito pubblico su uno dei temi più cogenti non solo di questa fase post-covid, ma degli ultimi decenni: l’occupazione e la dignità di un lavoro.


Lo scopo del libro è nella definizione stessa: Slow Automation, l’automazione lenta.

Rallentiamo un po’ l’intensità dell’automazione per ridare a tutti coloro che non riescono a trovare o ritrovare la dignità che solo un buon lavoro può dare a qualsiasi essere umano.

La gente non vuole nuove forme di sussidi, assistenza e non vuole nemmeno ridurre drasticamente il proprio orario di lavoro.
La gente vuole lavorare, non passare il tempo al bar o ricevere assistenza economica basata su nuove istituzioni come la Robotax e la Webtax, redditi di cittadinanza o redditi universali versati a tutti indipendentemente dalla loro attività lavorativa o meno.

Qualsiasi altro meccanismo la società riuscirà a partorire, dividendo universale, reddito minimo garantito, imposta negativa, nessuno sarà socialmente utile come del sano lavoro.
Se invece si riuscisse a imporre un limite all’intensità di automazione, non all’automazione in quanto tale, si potrebbero riscoprire posti di lavoro ora annullati dalle macchine. Slow Automation delinea alcune concrete proposte per ridurre drasticamente la disoccupazione limitando al minimo le perdite in competitività e profitto.

Nessuno vuole fermare l’innovazione.
Nessuno vuole fermare l’automazione, la digitalizzazione e la robotizzazione.
Nessuno vuole creare un nuovo movimento luddista.
Nessuno vuole ridurre i profitti aziendali e più in genere la ricchezza.

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