La precedente amministrazione aveva tenuto nascosto il tutto alla pubblica opinione e i suoi attuali padrini politici erano intenzionati a perpetrare nel tempo l'odiosa menzogna.
"Prima risolviamo i problemi e poi, forse e se ci conviene, gli raccontiamo la verità. Non vorrà mica scatenare un'ondata di panico nella popolazione?" l'avevano subito zittito quando aveva timidamente tentato di esprimere le sue perplessità.
Risolvere i problemi? L'incompetenza di quei politici era davvero abissale. Al massimo in un quinquennio, ossia il tempo di una singola legislatura, i problemi potevano essere affrontati non certo risolti. E comunque il baratro era talmente vicino che la popolazione vi sarebbe precipitata entro un paio di anni senza aver ricevuto alcun avviso, senza alcuna preparazione.
Dimissioni.
Quella parola gli pulsava nelle meningi già da qualche ora. Justin Durban si alzò dalla poltrona e uscì sulla terrazza. Era una fresca notte primaverile. Alzò il bavero della giacca da camera e si appoggiò coi gomiti alla balaustra. In lontananza si vedevano le luci di Hula riflettersi sulle acque del lago Hop. Possibile che quello specchio d'acqua attorno al quale era nata e sviluppata la capitale della Valley stesse per prosciugarsi? Due, massimo tre anni e di quelle acque, nelle quali lui stesso aveva imparato a nuotare, non sarebbe rimasta altro che una putrescente fanghiglia.
E siccome le previsioni recitavano che entro dieci anni non sarebbe rimasta nemmeno quella, la precedente amministrazione invece di studiare un metodo per evitare la catastrofe, aveva già preparato un piano per lottizzare e urbanizzare quel nuovo centralissimo e quindi preziosissimo terreno.
Dei pazzi. Hulahop Valley era in mano a dei pazzi incoscienti.
Justin Durban rientrò nello studio e, dopo essersi guardato attorno circospetto, estrasse dal doppio fondo di un cassetto un grosso sigaro. Frida non doveva assolutamente scoprire quel piccolo segreto altrimenti la sua scorta sarebbe finita ad alimentare il fuoco del camino. Con il sigaro acceso fra le labbra, il Governatore tornò sulla terrazza, abbandonando i suoi pensieri al loro destino, liberi di vagare assieme al fumo azzurrognolo del sigaro.
Quando, un'ora più tardi, tornò in casa aveva deciso di resistere e di combattere perchè la vita gli aveva insegnato che una soluzione esisteva sempre, magari non elegante o non del tutto soddisfacente, ma pur sempre una soluzione i cui risultati erano in ogni caso migliori del non fare nulla.
Mentre si coricava accanto alla moglie, il Governatore già si pregustava l'effetto che la sua decisione avrebbe avuto sui suoi ignari padrini.